SENZA TITOLO [#203] UNTITLED [#203]

curated by Italo Bergantini and Gianluca Marziani

EMILIO CAFIERO - CARLO CANE - GIULIANO CORELLI - GIANCARLO DELL’ANTONIA - BENEDETTO DI FRANCESCO - GIUSEPPE GRANERIS - SEBASTIANO GUERRERA - STEFANIA MILETO - DARIO MOLINARO - VINCENZO PENNACCHI - MASSIMO PULINI - NICOLA VINCI - MANFRED JACOB VOGT

February - March 2019

ROOMBERG ROMBERG'S Project Space - Latina

Installation view, photo credits Marcello Scopelliti

Benedetto di Francesco, La famiglia italiana - Atto VIII, 2006, oil on canvas, 80x80 cm

Nicola Vinci, Carità, 2011 - Speranza, 2011 (La strada delle formiche series), true giclèe print on dibond, 40x30 cm (each)

Stefania Mileto, Senza Titolo, 2011 (A Nord di Troms series), oil on wood, 20x25 cm (each)

Giuliano Corelli, Italiota, 2010/11, Carrara marble and tricolored varnish, 45x165x40 cm

Sebastiano GuerreraLuoghi Comuni, 2010, oil on canvas, 40x40 cm (each)

Massimo Pulini, Giovambattista risuona, 1990, oil and engraving on slate, 60x80 cm

Giancarlo Dell’Antonia, I miei alberi infiniti, 2017, photographic print on board, wax and graphite, 36x50 cm - 36x32 cm (each)

Carlo Cane, Ghiaccio Nove, 2009 - Ghiaccio Nove [29], 2010 - Ghiaccio Nove [48], 2011, oil on canvas 30x30 cm (each)

Manfred Jacob Vogt, Senza Titolo, 2017, mixed media on canvas 30x24 cm (each)

Emilio CafieroI Upsidedown, 1998/99, oil on canvas, 100x90 cm

Dario Molinaro, Senza Titolo, 2011, mixed media on paper, 31x20 cm (each)

Vincenzo Pennacchi, Frammento #0017, 2018 - Figure, 2018 - Animals, 2018 - mixed media on paper, 52x42 - 42x32 - 25x25 cm (each)

Giuseppe Graneris, Senza Titolo [7610], 1989, oil on canvas, 120x100 cm

Giuseppe Graneris, Senza Titolo [7608], 1989, oil on canvas, 120x120 cm

EN_

Second appointment of the collective UNTITLED, a fascinating journey in three stages through the history of the gallery. 

Building an exhibition using works from the WAREHOUSE means building an ever-changing adventure, a narrative that traces attitudes, inclination and strengths of the moment. A warehouse remains an elastic engine that changes over time, following the trends of space, the successes of an artist, the fortunes of a language, the beauty of the victories and the dignity of the defeats. For all that has just been said, having to identify a title that was a faithful mirror of an art warehouse, there was no better sentence than UNTITLED ...

When each work has its own original title, when the artists are different and the themes widely heterogeneous, when the exhibition arises from an idea without any specific themes, here is where the warehouse takes centre stage. This is its story, backstage becomes a stage and the paintings are transformed into the actors of an exhibition of crossed destinies. UNTITLED remains the best of possible titles, a neutral area that every painting, photography, sculpture… will fill with its own tension, its narrative convergences, its stylistic and conceptual themes. UNTITLED since every painting preserves its original title, its authorial vertigo, the autonomy of an invention that belongs only to its author.

Welcome back to the scene of delight, among the new titles of a show UNTITLED.

IT_

Secondo appuntamento della collettiva Senza Titolo, un affascinante viaggio in tre tappe nella storia della galleria.

Costruire una mostra con opere del magazzino significa costruire un’avventura sempre diversa, una narrazione che tracci le attitudini, l’inclinazione e i punti di forza del

momento. Un magazzino rimane un motore elastico che si trasforma nel corso del tempo, seguendo gli andamenti dello spazio, i successi di un artista, le fortune di un

linguaggio, la bellezza delle vittorie e la dignità delle sconfitte. Per tutto quanto appena detto, dovendo individuare un titolo che fosse specchio fedele di un magazzino d’arte, non c’era frase migliore che SENZA TITOLO…

Quando ogni opera ha un proprio titolo originario, quando gli artisti sono diversi e i temi ampiamente eterogenei, quando la mostra nasce da uno spunto senza tematiche specifiche, ecco che il magazzino prende il centro della scena. È sua la storia, il backstage diventa palcoscenico e i quadri si trasformano negli attori di uno spettacolo espositivo dai destini incrociati. SENZA TITOLO rimane il migliore dei titoli possibili, una zona neutra che ogni quadro riempirà con la sua tensione, le sue convergenze narrative, i suoi temi stilistici e concettuali. SENZA TITOLO poiché ogni quadro conserva il suo titolo originario, la sua vertigine autoriale, l’autonomia di un’invenzione che è solo del suo autore.

Bentornati sulla scena del diletto, tra i nuovi titoli di uno spettacolo SENZA TITOLO.

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