E se veramente avessero ragione i Maya? Se il 21 dicembre 2012 finisse tutto? Allora che senso avrebbe l’aver speso miliardi di dollari per l’ultima campagna elettorale americana? E che senso avrebbero le proteste che da parecchio tempo stanno manifestando cittadini di tutto il mondo “indignati” dalla crisi che sta attanagliando l’economia globale e determinando la rovina di intere comunità? O i sacrifici richiesti ai popoli europei più in difficoltà per risanare la propria economia e per non uscire dall’unione monetaria?
Le guerre, quelle, invece non hanno mai avuto senso e ci vorrebbe altro che una profezia apocalittica per fermarne la loro assurda e continua moltiplicazione e diffusione.
Forse nemmeno l’asteroide che provocò l’estinzione dei dinosauri una sessantina di milioni di anni fa potrebbe più avere lo stesso effetto catastrofico e definitivo.
Se tutto dovesse finire tra qualche giorno e il 21 12 2012 dovesse essere effettivamente l’ultimo della Storia nel quale sarà esalato anche l’ultimo respiro dell’Umanità, allora che senso avrebbe allestire una mostra d’arte contemporanea con un nutrito numero di artisti che sfidano questa eventualità con una sorta di coraggiosa (ma anche incosciente ed ironica) fiducia nel futuro prossimo?
Le profezie, forse, servono proprio a questo, a stimolare un mutamento, a provocare una tensione emotiva, a produrre un’atmosfera di attesa che sfoci in una nuova visione del mondo.
O forse non servono proprio a nulla, se non a creare un diversivo, ad alimentare la sete di catastrofismo ormai tipica della nostra epoca cinematografica in 3D.
21/12/2012 mette in mostra la speranza, la volontà e la certezza che cambieremo pagina. 21 ARTISTI, 21 OPERE che si pongono nella condizione di vivere le profezie Maja così come effettivamente dovrebbero essere interpretate, 21122012 non è il codice per la distruzione totale ma la sequenza di detonazione che innescherà uno sguardo sul nostro NUOVO FUTURO