ROMBERG'S 2021-2022 SEASON

ALFIO GIURATO IL NUOVO STATO

curated by Italo Bergantini and Gianluca Marziani

September - November 2021

ROOMBERG ROMBERG'S Project Space - Latina (Italy)

Figura 2, 2018 - oil on canvas 24x18 cm

Particolare di allestimento della mostra "Il Nuovo Stato" di Alfio Giurato. l'opera in primo piano è realizzata ad olio su tela

Corteo, 2019 - oil on canvas 200x600 cm

In questa immagine un particolare di allestimento della mostra di Alfio Giurato presso la galleria Romberg Arte Contemporanea di Latina

Interno 4, 2020 - oil on canvas 70x100 cm

Particolare di allestimento interno galleria Romberg

Installation view, photo credits Marcello Scopelliti

Particolare dell'allestimento con un olio su tela di cm 70x100

Interno 3, 2019 - oil on canvas 70x100 cm

Vista dall'esterno della vetrina Romberg Arte Contemporanea. Mostra in corso Alfio Giurato

Installation view, photo credits Marcello Scopelliti

EN_

Restarting from humanity.

Restarting from painting.

Starting again from an alignment that is the awareness of the vertical populance and the consciousness of horizontal glances.

The procession of those who choose action and never resignation vibrates in silence, in the moral balance between the social verticalisms of the collective rite and the horizontal line of courageous eyes.

Romberg confirms its privileged relationship with Italian painting, in particular with the centrality of a narrative body which is genetically fluid according to the codes of the present yet multifaceted in order to show our emotional fractures. Alfio Giurato chooses the path of hybrid painting, poised between material and evanescence, compactness and rift, clarity and chaos. Metabolic painting, instant trace of social and cultural stories, expressive signal of a society that tries to stop the metaphysical instant, leaving the recording of the invisible (or the less evident) to painting.

An overview of six meters that holds deep roots in the Italian nineteenth century, towards the socialist streams of Pellizza da Volpedo, towards a painting of masses that embraces reality in the making but also the fluid natures of its new being, ambitious progress, empathy as a diktat of salvation. An imposing painting (together with the younger "children" on display) which is a declaration of love for painting, a dramaturgical geography of bones, muscles and figurative synapses; an epic glimpse on humanity, ambitious and theatrical in its expositive rite, a sort of bleeding stone that raises the collective (and connective) pathos.

Alfio Giurato is aware of the plastic volumes, he feels the three dimensions of the body in a Baconian space, compressed, dark like the dissolution of feelings. His is a painting of centrifugal forces, where the technique echoes Cézanne's idealism while capturing the photographic nature of current bodies, their universal power, their exemplary destiny.

The New State restarts from imagination, from the image, from painting…

The New State overcomes the social "glaciation" of the pandemic, finding in its vigilant humanity the horizon of moral awareness, of the evolutionary cycle, of a future that is changing our strategies of existence.


IT_

Ripartire dall’umanità.

Ripartire dalla pittura.

Ripartire da uno schieramento che è la consapevolezza del popolo verticale e la coscienza degli sguardi orizzontali.

Vibra in silenzio il corteo di quanti scelgono l’azione e mai la rassegnazione, in bilico morale tra i verticalismi sociali del rito collettivo e la linea orizzontale degli occhi coraggiosi.

Romberg conferma il suo rapporto privilegiato con la pittura italiana, in particolare con le centralità di un corpo narrativo, geneticamente fluido secondo i codici del presente, sfaccettato per mostrare le nostre fratture emotive. Alfio Giurato sceglie la via di un dipingere ibrido, in bilico tra materia ed evanescenza, compattezza e spaccatura, nitore e caos. Pittura metabolica, traccia istantanea di trame sociali e culturali, segnale espressivo di una società che prova a fermare l’istante metafisico, lasciando alla pittura la registrazione dell’invisibile (o del meno evidente).

Una panoramica di sei metri che trattiene radici profonde nell’Ottocento italiano, verso le fiumane socialiste di Pellizza da Volpedo, verso una pittura di masse che abbraccia la realtà in divenire ma anche le nature fluide del nuovo essere, il progresso ambizioso, l’empatia come diktat di salvezza. Un quadro imponente (assieme ai “figli” più piccoli in mostra) che è una dichiarazione d’amore per la pittura, una geografia drammaturgica di ossa, muscoli e sinapsi figurative; uno squarcio epico sull’umanità, ambizioso e teatrale nel rito espositivo, sorta di pietra sanguinante che alza il pathos collettivo (e connettivo).

Alfio Giurato ha coscienza dei volumi plastici, sente le tre dimensioni del corpo in uno spazio baconiano, compresso, oscuro come la dissoluzione dei sentimenti. La sua è una pittura di forze centrifughe, dove la tecnica echeggia l’idealismo di Cézanne mentre capta la natura fotografica dei corpi attuali, la loro potenza universale, il loro destino esemplare.

Il Nuovo Stato riparte dall’immaginazione, dall’immagine, dalla pittura…

Il Nuovo Stato supera la “glaciazione” sociale della pandemia, ritrovando nella sua umanità vigilante l’orizzonte della consapevolezza morale, del ciclo evolutivo, di un futuro che sta cambiando le nostre strategie d’esistenza. 

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