IL SOGNO DEL LATTE THE DREAM OF MILK

curated by Italo Bergantini and Gianluca Marziani

LUCIA GANGHERI - ROSY LOSITO - CECILIA LUCI - LORENA MATIC - TANIA MATTEI - STEFANIA MILETO - VERONICA MONTANINO - SVETLANA OSTAPOVICI - MARIKA RICCHI - SERENA RIGLIETTI - STEFANIA SABATINO - MARIKA VICARI

June - July 2022

ROOMBERG ROMBERG'S Project Space - Latina

una poetica immagine si tratta di un dettaglio di una delle opere esposte, un bellissimo lavoro di Marika Vicari a grafite su carta, il vetro che lo protegge riflette l'esterno della galleria con il titolo della mostra che appare in vetrina

Exhibition views, photo credits Marcello Scopelliti

qui una veduta della mostra, la ripresa è dedicata alla parete più lunga che ospita diversi lavori delle artiste partecipanti
qui una diversa prospettiva della mostra, in primo piano una piccola scultura bianca di Tania Mattei, una casa in terracotta su un alto basamento in ferro
qui le opere riconoscibili sono un olio su carta di Serena Riglietti, un racconto, un libro aperto sulle cui pagine si trovano una bimba e un gigante all'interno di un incavo nel suolo, poco distanti 3 cipressi; accanto una scultura di Marika Ricchi

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Sunday 5th June 2022, la Romberg presents “Il Sogno del Latte” (The Dream of Milk).

Based on a beautiful title that introduces the latest Venice Biennale - where the territory of what is female is amplified in a surprising ethnographic form - we wanted to reflect on the moral consequences of that sentence, on the generative value that a title produces in its exogenous wave. The Milk of Dreams has thus become The Dream of Milk, practically beginning from the first desire of every terrestrial mammal, from that spontaneous instant in which milk introduces babies to the enjoyment of the only vital dependence on another being. Milk as an innate and pure desire, the first fuel of our engine, a liquid introduction to a ritual - nutrition - that will shape future actions and habits, the processes of acquisition and sedimentation, our entire way of living in the world.

That milk will remain an unconscious imprint in adulthood, when education and culture stratifies our social identity, when we have forgotten the moment in which everything took shape. But the substance of every plausible form will always return to the desire for milk, to that dream of white that will allow every form of writing, every colour, every decision, every experience.

The Dream of Milk leads our gaze towards the female universe that generates life from the first cellular instant. Artists who draw, paint, embroider, photograph, paste, cut, shape ... different artists, each with their own creative imprinting and their own productive tone, each with their own autonomy that goes beyond the "political" rituals of gender, each with their own roots and their own horizon for tomorrow.

Although every artist embodies a visual property, there is a trace of identity that runs through every female creation: and it is the trace of a dream that for women becomes a related production, that is to say, the dimension of milk as the vitality of the living, liquid wealth that unites biology to transcendence, science to magic, beauty to the sense of the world. The Dream of Milk is that white thread that sews together the space and time of the creative ritual. A resistant thread that cuts through the skies and crosses the Earth to come out on the opposite side, sewing us humans into the infinite spread of the universe. The Dream of Milk resides in the hidden heart of every work that comes from a female vision, a silent dream with the innate energy of a continuous yearning for the gift.

It is the offering of the gift that unites the works of this exhibition, weaving a homogeneous storyline in which the necessary individualities draw the shape of a dream come true. A dream that generates gifts.

IT_

Sulla scorta di un bellissimo titolo che introduce l’ultima Biennale di Venezia - dove il territorio del femminile si amplifica in una forma etnografica sorprendente - volevamo riflettere sulle conseguenze morali di quella frase, sul valore generativo che un titolo produce nella sua onda esogena. Il Latte dei Sogni è così diventato Il Sogno del Latte, quasi a ripartire dal primo desiderio di ogni mammifero terrestre, da quell’istante spontaneo in cui il latte introduce i neonati a godersi l’unica dipendenza vitale nei confronti di un altro essere. Il latte come desiderio innato e purissimo, primo carburante del nostro motore, introduzione liquida ad un rituale - l’alimentazione - che plasmerà le azioni e abitudini future, i processi di acquisizione e sedimentazione, l’intero nostro modo di abitare il mondo.

Quel latte resterà un imprinting incosciente in età adulta, quando educazione e cultura stratificheranno la nostra identità sociale, quando ci saremo scordati dell’istante in cui tutto ha preso forma. Ma la sostanza di ogni plausibile forma tornerà sempre al desiderio del latte, al sogno del bianco che permetterà ogni scrittura, ogni colore, ogni decisione, ogni esperienza.

Il Sogno del Latte conduce lo sguardo verso l’universo femminile che genera vita dal primo istante cellulare. Artiste che disegnano, dipingono, ricamano, fotografano, incollano, tagliano, plasmano… artiste diverse tra loro, ognuna con un suo imprinting ideativo e un suo tono produttivo, ognuna con la propria autonomia che esula dai rituali “politici” del gender, ognuna con le proprie radici e il proprio orizzonte sul domani.

Benché ogni artista incarni una proprietà visiva, esiste una traccia identitaria che attraversa ogni creazione femminile: ed è la traccia di un sogno che per le donne diviene produzione attinente, ovvero, la dimensione del latte come vitalità del vivente, ricchezza liquida che unisce la biologia alla trascendenza, la scienza alla magia, la bellezza al senso del mondo. Il Sogno del Latte è quel filo bianco che cuce lo spazio e il tempo del rituale creativo. Un filo resistente che solca i cieli e attraversa la Terra per uscire dal lato opposto, cucendo noi umani nella stesura infinita dell’universo. Il Sogno del Latte risiede nel cuore nascosto di ogni opera che nasce da una visione femminile, un sogno silenzioso con l’innata energia di un anelito continuo al dono.

È l’offerta del dono che unisce assieme le opere di questa mostra, tessendo una trama omogenea in cui le necessarie individualità disegnano la forma di un sogno realizzato. Un sogno che genera doni.

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