JERNEJ FORBICI PRIMA DEL DOPO
curated by Italo Bergantini and Gianluca Marziani
October - November 2017
ROOMBERG ROMBERG'S Project Space - Latina (Italy)
curated by Italo Bergantini and Gianluca Marziani
October - November 2017
ROOMBERG ROMBERG'S Project Space - Latina (Italy)
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"Simply looking at one thing does not allow us to move on. Every look turns into consideration, every consideration into reflection, each reflection into a connection. Therefore, we can say that we already theorize in every attentive look we turn towards the world.” (Goethe, 1808 “Theory of colours”)
ECOLOGICAL REFLECTION
A deep look at the SYSTEM OF NATURE
Iconographic surveys on the state of PLANET EARTH
Jernej Forbici focuses his research around ecological themes, declinated in pictorial traces and installation sequences. A metabolic and responsible process, where the subject of ethical tension is resolved through visual prefigurations, elaborated with foresight and ecological memory, portent and management of the consequences. His images are fluctuating and unstable, densely layered, on the dissolved boundary between solid, liquid and gaseous. The visual process becomes mimetic, as if the work metabolised the prefiguration and indicated the hypothesis of a plausible future. A work that turns into a visual thermometer, a sort of absorbent matrix that releases alkaline memory on the acidic imprinting of the present. Forbici's painting is one that stratifies and thickens, lightens and expands, creates discolouration and sudden brightness, moving with the capillary methodical of the real landscape, following the events of History and the possibility of a future without history.
The artist shakes our moral conscience, showing us the iconographies of hidden danger, of excesses of presumption, and of change in planetary scales. The paintings seem to be visions of a lyseric idyll, portions of apparently peaceful landscapes that hide, under the emotional wave of atmospheric colour, a dramatically real incumbency. Nature itself, let us not forget, hides violence and conflict behind the sublime appearances of its colours, its climate change, its harmonious sounds. This is the case with the works of Forbici, with his compositions between harmony and chaos, instinct and reason, quiet and storm ... the whole exhibition resembles a pulsation of warning, a red code investigating over the centuries to address the urgency of our next tomorrow.
The artist writes: At the basis of my research and of the whole project there is the manipulation of the environment, investigated along a path that goes from antiquity to modern pollution. The works and the set up of the whole exhibition aims to resume a line essentially based on 4 works / rooms, each dedicated to a series of themes and times, identified and chosen during my long research."
Room 1_Transformation of the environment and deforestation
Room 2_Mining and land exploitation
Room 3_The Time
Room 4 To the state of things
IT_
"Il semplice guardare una cosa non ci permette di progredire. Ogni guardare si muta in un considerare, ogni considerare in un riflettere, ogni riflettere in un congiungere. Si può quindi dire che noi teorizziamo già in ogni sguardo attento rivolto verso il mondo.” (Goethe, 1808, “Teoria dei colori”)
Una riflessione ECOLOGICA
Uno sguardo profondo sul SISTEMA NATURA
Indagini iconografiche sullo stato del PIANETA TERRA
Jernej Forbici focalizza la sua ricerca attorno ai temi ecologici, declinati per tracce pittoriche e sequenze installative. Un processo metabolico e responsabile, dove l’argomento della tensione etica si risolve tramite prefigurazioni visuali, elaborate con veggenza e memoria ecologista, presagio e gestione delle conseguenze. Le sue immagini sono fluttuanti e instabili, densamente stratificate, al confine dissolto tra stato solido, liquido e gassoso. Il processo visivo diventa mimetico, come se l’opera metabolizzasse la prefigurazione e indicasse l’ipotesi di un futuro plausibile. Un’opera che si trasforma in un termometro visivo, sorta di matrice assorbente che rilascia la memoria alcalina sull’imprinting acido del presente. Quella di Forbici è una pittura che stratifica e addensa, alleggerisce e dilata, crea scoloriture e luminosità improvvise, muovendosi con la metodica capillare del paesaggio reale, seguendo gli eventi della Storia e l’eventualità di un futuro senza storie.
L’artista fa tremare la nostra coscienza morale, mostrandoci le iconografie del pericolo nascosto, degli eccessi di presunzione, del cambiamento su scale planetarie. Le pitture sembrano visioni di un idillio lisergico, porzioni di apparente quiete paesaggistica che nascondono, sotto l’onda emozionale del colore atmosferico, un’incombenza drammaticamente reale. La Natura stessa, non dimentichiamolo, nasconde violenza e conflitto dietro le apparenze sublimi dei suoi colori, dei suoi cambi climatici, dei suoi suoni armonici. Così avviene con le opere di Forbici, con le sue composizioni tra armonia e caos, istinto e ragione, quiete e tempesta… la mostra intera somiglia ad una pulsazione d’avviso, ad un codice rosso che indaga nei secoli per affrontare l’urgenza del prossimo domani.
Scrive l’artista: Alla base della mia ricerca e dell'intero progetto vi è la manipolazione dell'ambiente, indagata lungo un percorso che va dall'antichità all'inquinamento moderno. I lavori e l'allestimento dell'intera mostra vogliono riprendere una linea basata essenzialmente su 4 opere/stanze, ognuna dedicata ad una serie di temi e tempi, individuati e scelti durante la mia lunga ricerca.”
Stanza 1_Trasformazione dell’ambiente e disboscamento
Stanza 2_Miniere e sfruttamento della terra
Stanza 3_Il Tempo
Stanza 4_Lo stato delle cose