HOSPITALITY SEASON - CHAPTER 3 - GUEST GIANLUCA MARZIANI

PIETRA SU PIETRA

[SEASIDE&HUMANSIDE]

GIUSEPPE RIPA & GIULIANO CORELLI

February - March 2023

ROOMBERG ROMBERG'S Project Space - Latina (Italy)

vista dall'esterno di allestimento di sculture e opere fotografiche

Exhibition views ph. © Marcello Scopelliti

primo piano della scultura di Giuliano Corelli esposta per la mostra Pietra su Pietra, realizzata alla galleria Romberg insieme al fotografo Giuseppe Ripa

Giuliano Corelli, Telefono Dipendenza, 2007. White Carrara marble and black Belgian marble, 100x95x98 cm

veduta della mostra Pietra su Pietra con opere di Giuliano Corelli e Giuseppe Ripa
La fotografia esposta alla galleria Romberg, in occasione della bipersonale Pietra su Pietra, mostra due pietre simili a due enormi fessure di occhi nell'oscurità

Giuseppe Ripa, Untitled 2014 from the Seaside series. Inkjet print, 110x165 cm. Overall edition of 5 in different formats.

Primo piano della scultura "Computer Dipendenza" un uomo seduto su una pila di libri e un portatile aperto sulle ginocchia. Scultura in marmo  di Giuliano Corelli esposta in occasione della mostra Pietra su Pietra

Giuliano Corelli, Computer Dipendenza 2009. White Carrara marble, 145x96x55 cm

questa immagine mostra un particolare della mostra. La scultura di Giuliano Corelli "The End of Oil" e la fotografia di Giuseppe Ripa "Untitled" dalla serie Seaside, ci parlano delle inquietudini e dei drammi del nostro tempo
in questa fotografia si possono individuare diversi reperti di ossa e un water sulla spiaggia, rifiuti depositati dall'uomo o portati dal mare. L'opera fotografica è di Giuseppe Ripa, artista milanese di adozione

Giuseppe Ripa, Untitled 2022 from the Seaside series. Inkjet print, 110x165 cm. Overall edition of 5 in different formats.

in questa foto Ripa ritrae un oggetto d'uso comune, riversato dal mare o abbandonato dall’uomo sulla spiaggia, un banale manufatto che ha esaurito la sua funzione diventando scarto indifferenziato, in questa immagine lo scarto sembra una porta di accesso

Giuseppe Ripa, Untitled 2022 from the Seaside series. Inkjet print, 70x105 cm. Overall edition of 5 in different formats.

EN_

Receiving an invitation from a friend is always a gift, an opening of worlds which lie within the first and the last meaning of things on earth. In this case the invitation comes from a friend, Italo Bergantini, who is also a long-term companion, the person with whom I have trodden along the common road of discoveries, of intuitions, sometimes right and sometimes wrong, of the worlds in which our feelings have captured the human energies behind a painting, a sculpture, a photograph, an installation... My choice thus favoured a stereophonic invitation, a panoramic gaze that looked on the gallery as a world of resolute dialogue, a fetal context that aggregated the text and its conceptual methods of engagement. On the one hand I indicated Giuseppe Ripa, ethnographer of a type of photography which lies between trace and thought, a nomadic observer of a landscape that condenses gravitational memories among urban archaeology and wounded nature. On the other hand, I indicated Giuliano Corelli, a very pure sculptor who perceived, among the first to do so in Italy, the semantic value of digital postures in a world of anthropomorphic resistances. Two worlds, Nature and Man, which open up a dialogue between the walls and the floor of the gallery, creating sentimental trajectories which bring me back to the densest and most lasting gift, that is, the friendship from which everything starts and where everything, sooner or later, returns in order to restart.

GIUSEPPE RIPA acts within the panoramic awareness of our geographic habitat. He listens to the wavering verses of the fragments that the consumer circuit produces every day. He picks up the emotional values that feed the will-o'-the-wisp of every scrap found.

The cycles of Seaside are the biopsy of an EARTH that screams from the inumerable wounds on her multiple coat.

GIULIANO CORELLI acts within the close awareness of our metropolitan habitus. He listens to the white noises of the movements that the Capital circuit produces every day. He incorporates the sentimental values that feed the functional nature of each technological device.

The Humanside sculptures are the total white x-ray of a HUMAN who has forgotten his scream.

SEASIDE & HUMANSIDE are an overview (places) that envelops and protects a close-up (objects).

Nature envelops the Human again to defend him, listen to him, provide him with new tools of knowledge. The wounded landscape offers men new opportunities for rebirth, requesting a technology suitable for planetary biology, capable of integrating Natura Naturans with the scientific and digital developments of the new millennium.

Corelli's urban humans uniform on white to absorb the heterogeneous skins of each bountiful habitat. Ripa's landscapes glide on marble skins in order to be dressed with energies that renew and evolve. Their dialogue is the horizon of future events…

Stone by stone, idea by idea, action by action, until the horizon of human faces merges with the fetal light of a new world. (Text by Gianluca Marziani)

IT_

Ricevere un invito da un amico è sempre un dono, un’apertura di mondi dentro il senso primo e ultimo delle cose in terra. In questo caso l’invito arriva da un amico, Italo Bergantini, che è anche compagno di lungo cammino, la persona con cui ho calpestato la comune strada delle scoperte, delle intuizioni talvolta giuste altre volte sbagliate, dei mondi con cui i nostri sentimenti hanno captato le energie umane dietro un quadro, una scultura, una fotografia, un’installazione… La mia scelta ha così privilegiato un invito stereofonico, uno sguardo panoramico che considerasse la galleria un mondo del dialogo risoluto, contesto fetale che aggregasse il testo e le sue metodiche d’ingaggio concettuale. Da una parte ho indicato Giuseppe Ripa, etnografo di una fotografia tra traccia e pensiero, osservatore nomade di un paesaggio che addensa memorie gravitazionali tra archeologie urbane e nature ferite. Dall’altra parte ho indicato Giuliano Corelli, scultore purissimo che ha intuito, tra i primi in Italia, il valore semantico delle posture digitali in un mondo di resistenze antropomorfe. Due mondi, Natura e Uomo, che aprono un dialogo tra muri e pavimento della galleria, creando traiettorie sentimentali che mi riportano al dono più denso e durevole, ovvero, l’amicizia da cui tutto parte e dove tutto, prima o poi, torna per ripartire.

GIUSEPPE RIPA agisce nella coscienza panoramica del nostro habitat geografico. Ascolta i versi ondivaghi dei frammenti che il circuito del consumo produce ogni giorno. Recepisce le valenze emotive che alimentano il fuoco fatuo di ogni scarto ritrovato.

I cicli di Seaside sono la biopsia di una TERRA che urla per le troppe ferite sul suo manto plurimo.

GIULIANO CORELLI agisce nella coscienza ravvicinata del nostro habitus metropolitano. Ascolta i rumori bianchi dei movimenti che il circuito del Capitale produce ogni giorno. Recepisce le valenze sentimentali che alimentano la natura funzionale di ogni device tecnologico.

Le sculture di Humanside sono la radiografia in totale bianco di un UMANO che ha dimenticato il suo urlo.

SEASIDE & HUMANSIDE sono una panoramica (luoghi) che avvolge e protegge un close-up (oggetti).

La Natura avvolge di nuovo l’Umano per difenderlo, ascoltarlo, fornirgli nuovi strumenti di conoscenza. Il paesaggio ferito offre agli uomini nuove occasioni di rinascita, chiedendo una tecnologia adeguata alla biologia planetaria, in grado di integrare la Natura Naturans agli sviluppi scientifici e digitali del nuovo millennio.

Gli umani urbani di Corelli si uniformano sul bianco per assorbire le pelli eterogenee di ogni habitat generoso. I paesaggi di Ripa scivolano sulle pelli marmoree per vestirle di energie che rinnovano ed evolvono. Il loro dialogo è l’orizzonte degli eventi futuri…

Pietra su pietra, idea su idea, azione su azione, finché l’orizzonte dai volti umani si fonderà con la luce fetale di un mondo nuovo. (Testo di Gianluca Marziani)

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