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Secondo appuntamento della collettiva Senza Titolo, un affascinante viaggio in tre tappe nella storia della galleria.
Costruire una mostra con opere del magazzino significa costruire un’avventura sempre diversa, una narrazione che tracci le attitudini, l’inclinazione e i punti di forza del
momento. Un magazzino rimane un motore elastico che si trasforma nel corso del tempo, seguendo gli andamenti dello spazio, i successi di un artista, le fortune di un
linguaggio, la bellezza delle vittorie e la dignità delle sconfitte. Per tutto quanto appena detto, dovendo individuare un titolo che fosse specchio fedele di un magazzino d’arte, non c’era frase migliore che SENZA TITOLO…
Quando ogni opera ha un proprio titolo originario, quando gli artisti sono diversi e i temi ampiamente eterogenei, quando la mostra nasce da uno spunto senza tematiche specifiche, ecco che il magazzino prende il centro della scena. È sua la storia, il backstage diventa palcoscenico e i quadri si trasformano negli attori di uno spettacolo espositivo dai destini incrociati. SENZA TITOLO rimane il migliore dei titoli possibili, una zona neutra che ogni quadro riempirà con la sua tensione, le sue convergenze narrative, i suoi temi stilistici e concettuali. SENZA TITOLO poiché ogni quadro conserva il suo titolo originario, la sua vertigine autoriale, l’autonomia di un’invenzione che è solo del suo autore.
Bentornati sulla scena del diletto, tra i nuovi titoli di uno spettacolo SENZA TITOLO.